Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
246 | xxi - ser marino ceccoli |
XXI
A MESSER UGOLINO DA FANO
Essendo stato accusato d’un sozzo vizio, protesta la purezza del suo affetto.
O voi, ch’enmaculato per la via
d’Amore andate, per divina legge,
da parte de colui, che tutto regge,
4sia ver’di ine la vostra mente pia.
Io son colui, che, per fortuna ria,
eletto fui tra le profane gregge,
condutto da verta de fredde orregge
8en parte, ove salute se desvia.
Pregate per me, prego, el re dei venti,
che me conduca a seguir vostra barca,
11si che gèmino segno non diventi.
Tuttor vedete che non sia si carca,
che forza de vertú non ce spaventi
14prima ch’ei veli drizze la grand’arca.
Messer Gulin, tutte serian felice,
se quel verace Amor, che regge ’l cielo,
non deveniss’en noi saturnio gelo.
XXII
AL MEDESIMO
Vuol sapere di qual donna sia innamorato.
Dite, messer Gulin, qual fu la donna,
che ne la calda festa fu piú vaga,
di cui piú dolce el vostro cor s’appaga
4vederla ne la mente per colonna;
e qual fu quella, che ’n la strada in gonna
sola trovaste di color di fraga,
ch’a rendervi salute non ismaga,
8quando diceste: — Ben stiate, madonna. —