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iv - tenzoni politiche fiorentine 49


6 — MESSER LAMBERTUCCIO FRESCOBALDI
Il giglio angioino cederá innanzi all’aquila imperiale.

Vostro addimando, secondo ch’appare
per vostra scritta, di grande erro pare:
creder dovete bene ch’egli ha pare,
4quel, che nel campo azzurro giglio pare.
Ma, s’io non erro, opo gli è il campare
a la sua gente, e lui poi veggio spare,
poi vèn vermiglio il campo e sii, com’pare,
8l’aguglia ad oro, ch’è sovr’ogne pare.
E non vi paia mia risposta fèra,
profetezzando, come ’n agua fera:
11tant’ha di sforzo, che, cui vuol, disfèra.
Segnor non trova, che contro li fera
ver’lá, ’v’è lui, com’fa salvaggia fèra;
14Carlo sparrá, ché ver’lui non s’offèra.

7 — MONTE
Chiunque verrá contro Carlo, sará abbattuto.

Eo saccio ben che volontá di parte
a me non punge il core in mala parte,
si che giá mai per me fóssoro sparte
4parole di menzogna, che ben parte.
E però miri, cui sentenza parte,
in ciascun caso, di ciò, ch’è ’l ver, parte:
ché da li saggi si divide e parte
8si, che biasmar si può in ciascuna parte.
Vedemmo infino a qui che non va parte
chi conquistar si crede piú, che parte.
11Ed ancor dico ch’è ben largo il passo,
si che si può venir via piú, ch’ai passo;
ma chi verrá, s’ello dicesse: — I’ ’l passo, —
14son certo fia del terzo colpo passo,
per che non troverá lo giglio passo;
di mia sentenza ciascun dottor passo.