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60 | vi - tenzone fra dante alighieri e forese donati |
2 — FORESE
Chi parla di povertá! E Dante, lui, è forse ricco?
Va’ rivesti ’n San Gal, prima che dichi
parole o motti d’altrui povertate:
ché troppo n’è venuta gran pietate,
4in questo verno, a tutt’i tuoi amichi.
E anco: se tu n’hai per si mendichi,
perché pur mandi a noi per caritate?
Dal castello Altrafonte ha’ ta’ grembiate,
8ch’io saccio ben che tu te ne nutrichi.
Ma ben t’alletterá il lavorare,
se Dio ti salvi la Tana e ’l Francesco,
11che col Belluzzo tu non stia in brigata.
A lo spedale a Pinti ha’riparare!
E giá mi par vedere stare a desco:
14ed, in terzo, Alighier con la farsata...
3 — DANTE
Ma l’amico ha poi tanti debiti, che andrá a finir male:
a meno che non si rifaccia ingegnandosi...
Ben ti faranno il nodo Salamone,
Bicci Novello, e petti de le starne;
ma peggio fia la lonza del castrone,
4ché ’l cuoi’ fará vendetta de la carne,
tal, che starai pur presso a San Simone,
se tu non ti procacci de l’andarne;
e ntendi che ’l fuggire el mal boccone
8sarebbe oramai tardi a ricomprarne.
Ma ben m’è detto che tu sai un’arte,
che, s’egli è vero, tu ti puoi rifare,
11però ch’ell’è di molto gran guadagno:
e fa’ si a tempo, che téma di carte
non hai, che ti bisogni scioperare;
14ma ben ne colse male a’ fi’ di Stagno.