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xxiii - tenzoni di rimatori perugini 31

S’io miro bene aglie specchiate vetra,
non se’per pace del padre diletto;
ché, s’él te bisognasse un calciaretto,
sonará sempre simigliarne cetra.
Né mai per te discioglierá tascoccio;
ancie spesso dirá: — Co’ puoi desdirme
ch’a la puledra non fusse mal soccio?
Giucástela? briga de casa uscirme! —
E tu fa’guerra, e l’accordo ’l proposto;
e ’ntanto, se tu puoi, vende del mosto.
Se non farai cosí, vederai rise:
ch’ai tuo farsetto glie farai ripara
solaio o tetto; se non. vai po’bara.

XII

TENZONE TRA COLA DI MESSER ALESSANDRO
E SER CECCO NUCCOLI


I — COLA
Descrive i corrotti costumi degli spoletini.

Amico, sappie l’uso de Spolite,
e la qual vita ine si può trare,
e do’ convience castitá servare
4e l’arte frequentar di’ sodomite.
Femmine comune ne so’ sbandite,
né nulla vi si trova per denare;
son tutte patarine, al ver parlare,
8e ’nnaturate sòdome condite.
Sonce di belle, al ver, ma del vagheggio
curano men, che briaca del fuso:
11ché ’nnaturate sono in si mal’uso.