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74 nota


il cui nome in V, 8, per la rima, risulta terminato in «ita», converrá ricondurre «nuta» a «mita» («nita» il ms., V, 8), col presupposto d’un trapasso paleograficamente ovvio; — 6 «le gienti»; — 10 «la» supplito.

VII, 10 «di sí gran», 14 «di quest’»: i due «di» vanno soppressi.

IX, 7 «grale», inteso dal Fed. «grâle» («gracile»): ma il confronto col v. 9 induce alla correzione; — 8 «passo» (Fed. «passò»): il mio emendamento conferisce alla spigliatezza del dettato.

XIII, 11: la prima parola fu letta diversamente: «tenetelo» o «teretelo» Egidi; «terribil» D’Ancona-Comparetti, Casini; «terebel» Federici (e «teretela», nel Cinquec., il Colocci); ho emendato tenendo conto della parola seguente «tinto», letta, prima dell’ediz. dipl., «tanto» (Fed. «terebel tanto»).

XIV, 7 «si dicie»: la correz. è imposta dalla rima.

XV, 9 sgg.: in bianco nel cod.

XVII, 1 «gridano pur a vivanda»); — 4 «viuo» di A parve «vino» al Fed. e al Del L., secondo il quale il v. s’interpreterebbe: «Or non è vino, messer Ugolino!». La lezione vera toglie via quest’incongruenza e ristabilisce la «domanda» delle fanciulle (cfr. v. 3); — 14 «caio» A («Caio» Fed. e Del L.): ma quello non fu nome del sec. XIII, mentre nella grafia usuale del cod. il c premesso ad a o ha normalmente valore palatale.

XX, 8 «panelli di quello massaio» il ms.

XXI, 5 «e» suppl.; — 10: da A, in cui l’ultima parola, ritoccata da mano posteriore, è incompiutamente visibile, verrebbe fuori, con l’aiuto della rima, «scolppe»: l’emendamento è del Fed.;— 11 «rinchiudesse»: emendamento pure del Fed.

XXII, 5 «’n» suppl.

XXIII, 5 «colla nema novelle» A: e Fed., non badando all’ipermetro, «collane, ma novelle» (= «non vuol collane, ma storie da contare ogni momento»: e analogamente il Del L.). Con la mia lezione il senso torna limpido: «per far sciorinare novelle a Cristofano, non c’è davvero bisogno della colla e delle manovelle» (strumenti di tortura).

XXV, 4 «cavaleresca»: emendò il Del L.

XXVI, 8 «farneccio» del cod. fu letto dal Fed. «surineccio» e ridotto a «surneccio» (= «sornacchio»): inutile la corr. del Pèrcopo (p. 58, n. 2) in «forneccio» ( = «fornicazione»).

XXXIII, 4 «perdo»: Fed., senza ragione, «cangio» (dal Vat. 3214, n.o 134).

XXXIV, 4 «ma» suppl.; — 11 «con», qui e in altri casi analoghi (XL, 11; XLI, 6, ecc.) facilmente riducibile a «com’»; — 14 «dorgoglio»: l’emendamento «cordoglio» fu intravveduto dal Fed., che, per altro, non l’accolse nel testo.

XXXV, 1 «vo», allungato in «vado» per la misura.

XXXVII, 10 «sí» suppl.