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nota 75


XXXVIII, 7 «dumque», allungato per la misura; — 11 «lo» inn. a «sospiro», suppl.; — 12 «dolo», di ovvia correzione; — 13 «come con tiro», ossia «co meco(n) t.».

XXXIX, 5: la stampa dipl. di A è incerta tra «fora» e «foria»; Fed. «foria».

XLI, 14 «de» suppl.

XLIV, 13 «sarabe», emendabile tanto in «sarave», quanto, preferibilmente, in «sarebe».

XLVIII, 9 «da me pensieri»; il sing. è voluto dalla rima.

XLIX, 3 «piú» inn. a «cresce», suppl.; — 7 «a» suppl.; — 14 «mi moragio»: «mi» è di troppo.

LI, 6 «viva ed agio»: il contesto suggerisce «viveragio»; —14 «si» suppl.

LIV, 11 «Priamo» il ms.

LV, 1 «madonna» suppl.: desunta la parola dalla lezione del ms. nel v. 2 («donna chio per neiente»). Fed.: «Graza e merzé vi chiedo e a voi mi rendo», lasciando il v. sg. come nel cod.

LVI, 1 «coverto», 2 «lasso», 3 «preso»; anche il Fed. sostituí le forme del femm.

LVII, 4 «mise»: svista per «mife», giá emend. dal Fed.; — 14 «ha» suppl.

LVIII. — Il Fed. riprodusse fondamentalmente A, pur con emendamenti da B e dal Magliab.; meno bene, il Monaci (Crest., p. 224) prese a riscontro B e appena qualche correzione da A. Da questo mi scosto solo in due punti; 3 «tutto» corr. «tanto» (B) per la correlazione sintattica con «ched» del v. 4; — 8 «la» suppl. (da B).

II

SER IACOPO DA LEONA

Questo giudice e notaio aretino (Lèona è l’odierna Levane, presso Montevarchi) dimorò negli ultimi anni della sua vita a Volterra presso il vescovo Ranieri II degli Libertini, onde il suo nome è ricordato in parecchi docc. volterrani tra il 4 febbraio 1274 e il 30 gennaio ’77. La sua morte, giá accaduta il 9 marzo di quest’anno, fu lamentata in un verboso «pianto» di fra Guittone, che lo chiamò «vero bon trovatore In piana e ’n sottile rima e chiara, E in soavi e saggi e cari motti» (Monaci, Crest., pp. 183-4). Rimangono di lui otto sonetti (esclusivamente in A, n.i 481-2, 900, 914-8): non due soli (1 e 11), come affermò il Monaci (p. 309).