Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/143

Da Wikisource.

scipione errico 137

SCIPIONE ERRICO


I

CONTRO L’AMOR PLATONICO

     Baciami, o Clori, e fa’ ch’io goda a pieno
tua leggiadra beltá, tuoi pregi tanti,
e de le grazie tue nel prato ameno
fa’ che appaghi a mia voglia i sensi erranti.
     Fa’ che nel molle tuo nettareo seno
gli spirti appaghi languidi e tremanti,
e con l’opre da noi scherniti sieno
quei che dan legge ai desïosi amanti.
     Non vuol filosofia de l’amar l’arte,
perché il fanciullo Amor non ha costume
molto internarsi ne le dotte carte.
     Ceda al tatto la vista, al labro il lume;
il guatar, l’affissar vada in disparte,
perché tocca e non mira il cieco nume.