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girolamo fontanella | 229 |
XVI
IL CORALLO
Collinette fiorite, ombrelle amene
sola al mondo non ha Pomona e Flora,
ché Teti e Citerea lá giú pur tiene,
dentro l'onde del mar, giardini ancora.
Sono l'alghe l’erbette e i fior l’arene,
ove ai pascoli suoi Proteo dimora;
frutti son quelle in mar conche serene,
che la luna inargenta e ’l sole indora.
Purpurino virgulto ivi natura
il ramoso corallo aver si vanta,
ch’è di magico sangue alma fattura.
Dal tronco il nuotator destro la schianta;
la prende molle e la ritrova dura,
e dubbioso non sa s’è pietra o pianta!
XVII
IL GAROFANO
Sdegna la plebe de’ minuti fiori
e star negli orti abitator non cura
questi, ch’ambisce con fastosi onori
ne’ supremi balcon aver cultura.
Ivi candida man nobile e pura
la sua maschia virtú nutre d’umori,
per acquistarne poi gemina usura
di molli fronde e di soavi odori.
Tal con fasto e con festa a l’aria uscito,
gode, adobbato di purpuree fasce,
a la rosa leggiadra esser marito.
Di rogiada o di linfa egli si pasce;
sorge reciso e, pullulando ardito,
quasi mostro lerneo sempre rinasce.