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ANTONIO BASSO


I

INVOCAZIONE ALLA GELOSIA

     Cara fame di zelo onde destina
suo vitale alimento amor piú grato,
aura ch’aurea susurri entro il suo prato,
in guardia di sua rosa ardita spina,
     cote ov’egli i suoi strali ogni ora affina,
gel che rival ardor sol fai gelato,
specchio ch’al Sol rifletti il raggio amato,
degli affetti d’un’alma alma rapina;
     te chiamo, o del ciel prole, a cui commesso
è d’un seno a guardar pudico onore,
ond’occhi hai tanti al tuo bel volto impresso.
     Vieni, vestal divina, e nel mio core
siedi custode a la sua fiamma appresso,
ché dove manchi tu s’estingue amore.