Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/252

Da Wikisource.

4
E quella donna co’ turchi velati
tornò al suo albergo sanza dimorare;
e trovò tutti gli altri apparecchiati
di ogni arnesi acconci a camminare;
e disse: — Poi che siete tutti armati,
partianci quindi, se voglián campare;
clic, se ci suona adosso lo squillone,
a rischio tutti sián de le persone. —
5
E come fu partita dal Castello,
l’alta rcina al papa mandò a dire
che li piacesse rimediare a quello
che non potesserla impedimentire.
Allor suonò lo squillone a martello,
e’l papa disse: — Ah! le convien morire,,
però che questa gente son si cani,
che duro fia campar dalle lor mani. —
6
E poi le scrisse: «Reina, di saldo
a rischio se’ con quanta gente hai teco,
perché lo ’mperador si è molto caldo,
e gente senza numero ha con seco.
Ma prendi vestimento di ribaldo
e torna indietro, e saraiti con meco,
tanto che sfoghi alquanto l’ira sua:
poi ti potrai tornare a casa tua».
7
E la reina discreta ed accorta
immantanente disse: — A Dio non piaccia
che questa gente, che m’ha fatto scorta,
abbandonata sia dalle mie braccia:
’nanzi voglio esser io la prima morta,
poi che di loro ho guidato la traccia. —
E la sua gente gridava: — Campate —
alla reina, — e di noi non curate ! —