Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/193

Da Wikisource.

xviii - ser pietro de' faitinelli 187

VIII

Ma i guelfi son cosí sicuri di vincere!

Se si combatte, il mio cuore si fida
di vincer, per ch’avem piena ragione,
e tre figliuoi di re per nostra guida,
4e gente paladina un milione,
da non fuggir per le tedesche strida,
le quai ci spaventar una stagione;
chi Uguccion prenderá, pur non l’uccida,
8ma menilo in Firenze per pregione.
E simil faccia de’ guelfi pisani
e de’ lucchesi, che tradir lor terra,
11Pogginglii maladetti e Quartigiani.
Per tutta Italia lor briga si sferra!
E gli altri mandi senza occhi né mani,
14ad eternai memoria d’esta guerra.

IX

Invece la loro stoltezza e i loro errori li portano alla sconfitta.

Poi rotti séte a scoglio presso a riva,
guelfi, per vostro sciocco navigare,
non sbigottite di setta cattiva:
4brigate un altro stuol di ratinare
di quella franca gente, che non schiva
tedesca vista, che vi fa tremare;
ma questo in vostro cor sempre si scriva,
8che non si dé’ nemico disdegnare.
Di che sentite grossa disciplina:
chi non guata com’va, convèn che fugga;
11udite, ch’anco è buona la dottrina.
Signor, volete voi che si distrugga
la traditrice lepore marina?
14Qui fa mestier altre arme, che di fuga.