Pagina:A Carlo Alberto di Savoia un Italiano.djvu/8

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che non si vendono se non alla morte, non sono esse? Pochissime, è vero; pur sono, e consacrate dalla sciagura ad una santa missione, e tremende d’influenza e di forza, perchè la vera energia è magnetismo sulle moltitudini. Le baionette che oggi si appuntano al loro petto, domani si ritorcono al vostro; nè dovete obbliare che sotto l’assisa del soldato battono cuori di figlio, di fratello, d’amico. Pur conterrete le masse, struggerete le rivoluzioni ne’ loro principj! Ma, Sire! è parola dura a udirsi, e durissima a pronunziarsi da chi abborre il delitto. Pure soffrite ch’io la pronunzj questa parola: chi vi salverà dal pugnale? – Deludete anche questo; siate immortale, Sire! e la esecrazione delle generazioni? e la infamia ne’ secoli? Chi vi salverà dal pugnale dell’anima? Le censure, le proscrizioni, gli esigli? Ma il mondo è troppo vasto perchè non rimanga un angolo allo scrittore; ma nè potenza di tirannide, nè viltà di servaggio può spegnere la memoria, o sotterrare sotto le rovine del presente la voce dell’avvenire. Il senato mandava al rogo le storie di Cremuzio Cordo, e la grand’anima di Tacito raccoglieva da quelle fiamme la scintilla che fe’ viva ne’ suoi annali l’infamia de’ tiranni di Roma. Oh! è essa l’infamia un peso divenuto così leggiero per la testa de’ re, che non degnino di metterla in calcolo?

La seconda via che i cortigiani vi proporranno, è quella delle concessioni.

Mutamenti nelle amministrazioni, riduzioni economiche, miglioramenti nei codici, distruzioni d’alcuni abusi, allentamento di freno; una riforma insomma lenta, temperata, insensibile; ma senza guarentigia d’istituzioni, senza patto fondamentale, senza dichiarazioni politiche, senza una parola che riconosca nella nazione un diritto, una sovranità, una potenza.

Così voi non vi appoggiate sovra alcun dei partiti, che dividono la nazione, nè sovra i tristi che speculano sul re tiranno, nè sui buoni che invocano il re cittadino. Così voi vi inimicate il Tedesco senza riconciliarvi l’Italiano. Così voi mostrate che non avete nè l’energia del delitto, nè la coscienza della virtù. 

Sire! non basta: voi differite forse di alcuni momenti la vostra rovina, ma la fate più certa, isolandovi.

E vi conviene, seguendo codesta via, conciliare a un tempo colla illimitata potenza del trono i diritti del popolo e le pretese dell’aristocrazia, perchè voi avete bisogno del concorso di tutte le volontà, e un solo de’ grandi elementi sociali non può mancarvi all’impresa, che non vi si attraversi nemico. Vi conviene trovar mezzo di far rivivere la confidenza ne’ governati senza dar pegni di stabilità. Vi conviene procedere per mezzo a minuzie infinite, a interminabili particolari, a ostacoli speciali e di mille generi senza poter ricorrere a regole generali, e pur costretto a spendervi tanta somma di attenzione e di forze, che basterebbe a gettar le basi di un edifizio immortale. Vi conviene far guerra minuta, eterna, individuale a molti abusi introdotti nelle amministrazioni, e nei modi governativi, e rinascenti sempre sotto altre forme, senza troncarli tutti e d’un colpo alla sorgente. Vi conviene illuder i popoli a stimarsi liberi senza fondar libertà, far sentire gli effetti senza dar vigore di legge alle cause, sciogliere insomma il problema difficile di appoggiarsi sovra tutte quante le molle sociali, di giovarsi d’ognuna d’esse, di concertarle a uno scopo senza che alcuna preponderi un sol momento sull’altra, senza che alcuna acquisti attività per sè stessa, e coscienza d’attività.