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Pagina:Abba - Da Quarto al Volturno.djvu/48

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campagna dal lato opposto. Là erano tutti i nostri già ordinati e pronti; là un’allegrezza intera e sana che alzava il cuore. In alto mare, le due navi napoletane di ieri filavano di lunga, menandosi a rimorchio il Piemonte. Bella consolazione! Il Lombardo era sempre al suo posto; e quando spuntò il sole, la parte della sua carena che era fuori dell’acqua, parve incendiarsi dallo splendore, per salutarci e augurarci fortuna.

Nell’aria era un profumo delizioso: ma quel campo lì fuori le mura di Marsala, coi suoi grandi massi nerastri sparsi qua e là, con quei fiori gialli che lo coprivano a tratti, cominciava a darmi non so che senso di cose morte. Passò Bixio a cavallo. Fiero come già sul cassero del Lombardo, diede una occhiata burbera laggiù a quel povero legno, accennò brusco come a dire: «Siamo intesi!» e tirò innanzi trottando. Dopo di lui vennero alcune Guide, gente che ha navigato sul Piemonte, bei cavalli, bei cavalieri, coll’uniforme leggiadra che avevano l’anno passato in Lombardia. Nullo caracollava bizzarro e sciolto; torso da Perseo, faccia aquilina, il più bell’uomo della spedizione. Pare uno dei tredici che han combattuto a Barletta. Missori da Milano, vestito d’una tunichetta rossa che gli cresce l’aspetto di gran signore, ha in capo un grazioso berretto rosso, gallonato d’oro, e comanda le Guide. Dolce ma tutt’animo; lui e Nullo, Eurialo e Niso. Quell’