Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/133

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stiani. Vi sta una famigliuola di coloni, che mandano innanzi a podere le terre intorno. Corridoi e celle sono crollati o offesi da larghe crepe: la chiesa non ha più tetto; gli altari sono scalcinati; il campanile si regge a stento, e fa segno di non saper bene dove si abbia a coricare, o sulla terra, dell’orto, o sul grembo erboso della chiesa. Ma non andrà guari e sarà anch’esso confuso coi ruderi sconvolti come per terremoto; e nulla, più nulla, parlerà di quello che era il convento or sono settant’anni. A me duole assai di questo, ma più dei frati, chè tra loro neppure uno ha lasciato memoria di sapienza, d’amore, o d’altre virtù. Che importa a noi sapere che venivano coll’età molto avanti? Forse gli è appunto per aver badato a vivere lunga vita, che sono morti del tutto: e sebbene delle loro ossa siano piene quattro tombe; queste non han nulla da dire al visitatore, che ascolta le coppie di colombi tubare dal campanile i loro dolci amori, ricolmando di mestizia gli archi, le vôlte, quell’ingombro di ruderi, e quell’erbe lussureggianti. Incontra talora di vedere qualche personcina, sfatta, macilenta, gialla come per febbre maremmana, fuggire per un bosco, far capolino da un uscio, o nascondersi dietro una colonna cadente. V’ha da rimanere attoniti, come se fosse un’anima di frate venuta dall’altro mondo; e sarà un figlio del colono, guasto, poveretto, dalla malaria di quelle ruine. Il bosco è bello ancora, ma mostra qua e là di larghe radaie; la mano del tempo e dell’uomo vi fanno a gara nel distruggere; tuttavia l’occhio si posa da lontano, assai volentieri, su quella valletta, come in luogo di pace.

Quando la cascinaia del signor Fedele giunse al convento, il padre Anacleto era sul rialto, donde poche ore prima, il guardiano aveva arringata la turba andata in guerra. Egli girava intorno a certo pilastro sormontato da una croce di ferro, al fresco delle grandi querce che ombravano il poggiolino. I frati solevano venirvi a riposarsi in sul desinare, e a dire le barzellette alla gente