Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/147

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fatta la volontà di Dio!» detto dal padre Anacleto devotamente. Così l’ilarità, e le piacevolezze, durarono tutto il tempo del desinare; il quale fu lungo e inaffiato di vini deliziosi, che il signor Fedele teneva riposti chi sa da quanti anni. Ma come ogni cosa in cui si pigli diletto ha presto fine; così venne l’ora di levarsi da mensa, e il frate si ricordò di aver da tornare al convento. Il signor Fedele volle accompagnarlo, e Bianca chiese di seguirli. Allora preso commiato da damigella Maria e da Margherita, il padre Anacleto uscì con essi; e s’avviarono passo passo, al dolce calore del sol di maggio, che tramontando alle loro spalle, stendeva le loro ombre lunghe lunghe, ora sulla via, ora sulle prode dei campi.

Come furono in parte, dove l’andare si faceva disagevole, si congedarono a vicenda con inviti e promesse per l’indomani; e il frate volte le spalle, si mise a camminare spedito per un sentiero traverso che menava al convento. Bianca gli guardò dietro mentre egli s’allontanava, e le pareva sentirsi venir meno un grande aiuto; timorosa di rimanere sola col babbo, che forse le avrebbe chiesto del colloquio avuto da essa col padre Anacleto. Ma egli fu contento di sbirciarla sorridendo, e nel tornare a casa, le parlò di tutt’altro da quel che essa temeva; non volendo rischiarsi a guastare l’opera, a quel che pareva, bene intrapresa dal frate.

Intanto, Margherita dalla finestra stava a vedere, e diceva alla zia i loro passi. Quando il padre Anacleto fu per uscirle di vista, in capo a quel sentiero grigio, che si perdeva nel bosco, essa si volse alla cieca dicendo:

«Ecco; il padre Anacleto non si vede quasi più; entra nel bosco... è scomparso.

«Santo uomo! che Dio lo benedica: — disse la cieca — proprio possiamo dire, che se la pace e la concordia ci tornano in casa, è merito suo.

«E babbo e Bianca, sono costaggiù che tornano; e discorrono amorevolmente fra loro.