Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/322

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Girò quel giorno e quattro ed otto appresso, dando due passi innanzi ed uno indietro; e fece quella vita sinchè si fu innoltrato quasi a Finale, senza aver concluso nulla, nè stretta dimestichezza con alcuno; essendo gli abitanti di quelle marine gente così allevata alle proprie faccende, da parere coi forastieri la più disamorata che fosse al mondo. Delle case ne aveva visitate parecchie e bellissime, ma ora per una causa ora per un’altra, non gli erano parse da poter accontentare la madre; e soltanto al decimo giorno, gira e torna, ne trovò una, che stimò facesse benissimo al caso suo. Era una casetta pitturata a liste scure e gialle, nascosta in una macchia d’olivi, in fondo ad un valloncello deserto, a bacio; alla quale si giungeva per una viuzza torta, fuori mano, chiusa tra due macìe mezze diroccate; e si vedeva chiaro, all’erba ond’era ingombra questa e ingombro il piazzale dinanzi alla casetta, non visitata che assai di rado. L’aveva murata un fantasioso, mortovi dentro per passione paturniosa molti anni prima; nè di là in poi era più venuto in capo ad alcuno di tornarvi a stare. E in verità pareva più da rinchiudervi uno cui si volesse far morire di malinconia; che luogo da menarvi una donna bisognosa di svaghi e di allegrezze; ma al figlio della signora Maddalena, le cose seguitegli i giorni addietro, avevano formato un umore sì tetro; che egli trovò tutto di suo genio. E gli tardò d’avere seco la madre, cui già udiva fare le grandi lodi della casa, del sito, e del mare, del quale non si vedeva che un lembo traverso una gola angusta; un lembo come di cosa vietata.

S’affrettò allora a chiedere del padrone di quel podere; e trovatolo nel vicino borgo di N... s’accomodarono per il fitto. Due giorni appresso la palazzina era arredata, Giuliano vi dormiva dentro la prima notte, contento della profonda solitudine che vi si godeva: e il mattino alzatosi per tempo, scritta una lettera, uscì per trovare uno che la portasse a sua madre. Non ebbe bi-