Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/323

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sogno di scostarsi molto dal suo romitaggio, che trovò un ortolano o vignaiolo che fosse; uno di quei liguri robusti che da una certa età in su non ricevono più niuna impronta degli anni; lavorano gai ed arzilli tutta la vita; e il giorno in cui muoiono fanno stupire tutta la parrocchia, a udire quanto hanno vissuto. Lo guardò un istante piantar la vanga, gli piacque all’atto pronto e alla niuna cura, che si prese di lui; di che avvicinandosi gli disse:

«Quell’uomo, sapreste dirmi dove potrei trovare uno da mandarlo alcune ore lontano? Gli darei una bella moneta.

«Per una bella moneta son qua io? — rispose il vignaiolo rimanendo con un piè sul vangile.

«Sta bene! — disse Giuliano... E la via di D... di là del giogo, in Val di Bormida, la sapete?

«Chi lingua ha, a Roma va...

«Eccovi un colonnato per beveraggio. Ma avete a partire subito, e giunto a D... chiedere della signora Maddalena, che tutti vi insegneranno dove sta di casa. Le darete questa lettera; e tornando mi cercherete a quella palazzina qui oltre...»

L’ortolano prese la moneta e la lettera, chiese licenza di andare sino al suo tugurio, discosto di là un trar di pietra: e Giuliano lasciatolo con molte altre raccomandazioni, tornò alla palazzina. Indi a poco, di sulla porta, vide il suo messo con in capo la berretta rossa, colle scarpe legate alla coreggia delle brache in sulle reni, e colla giacchetta in sulle spalle, inerpicarsi a piedi ignudi per gli scorciatoi, dilungarsi e sparire: ma non vide la donna di costui appena ch’ei fu partito, andare al borgo a vuotare il gozzo. E sin da quel giorno le femminette di N... cominciarono a mandare attorno le novelle sul conto del giovano forastiero, che avea tolto a pigione la casa del malaugurio; e chi lo diceva un uomo fastidito del mondo; chi un peccatore confinato là a far penitenza; chi un soggetto da badarsene come dalla peste. Egli