Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/326

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«Dunque che mi manda a dire?

«Ecco, — rispondeva l’ortolano, componendosi come uno che deve badare a non essere colto bugiardo: — sua madre dice che non potrà venire in qua prima di quest’altra settimana, perchè vuole lasciare le cose di laggiù avviate in modo, da poter poi star qui quanto le piacerà, senza pensieri della casa nè della campagna. Essa prega vostra signoria a starsi tranquilla, e a non farsi venire in mente d’andare là, perchè... perchè..., il perchè non me lo disse, ma ne deve parlare codesta lettera, che mi ha molto raccomandata, coi saluti d’una vecchia e d’una giovinetta che aveva seco....»

Giuliano aveva fissato il messo tra ciglio e ciglio, tutto il tempo che costui aveva parlato; e allora aperse con gran furia la lettera, sperando di trovarvi chi sa che cosa. Ma non vi erano scritti che pochi versi. I caratteri erano della signora Maddalena, ed apparivano rotti, intricati, sto per dire arruffati, come di mano che avesse scritto tremando e a disagio. Dicevano come la casa fosse stata cercata dagli Alemanni per ogni verso, proprio la notte della partenza di lui, e come molte pattuglie erano state mosse a cercarlo per la campagna: che non tornasse, non tornasse per l’amor di Dio, se non voleva vedere sua madre morir di dolore.

Finito di leggere Giuliano tornò guardare in viso il messo, e colla voce tronca dal batticuore: «ditemi il vero — sclamò: — ditemelo, se no mal per voi...; mia madre è ammalata..., l’avete veduta?

«Malata no, che io non tocchi altra carne battezzata in mia vita!» E così rispondendo il pover’uomo metteva peritoso la mano sul braccio del giovane, e trangugiava qualcosa, come avesse avuto in gola il nodo d’una bugia.

«Dio voglia... ma voi non rispondete franco! — soggiunse Giuliano annuvolato molto.

«Gli è che lei mi... pare un giovane fiero... e poi non ho più mangiato da D...

«Vedremo!» sussurrò il giovane, e porse due colon-