Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/383

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avevano corsa per tutti i versi la campagna; adesso coperti di polvere, mezzi morti dalla fame, attraversavano il borgo colle bagaglie, coi carri, colle vivandiere, strascico infinito e molesto.

«Se tu piangi — disse la cieca alla nipote — vai pure con tuo padre: ti farò accompagnare da qualcuno...

«Ma non si poteva andare con esso anche noi?

«L’ho obbedito una volta, e mi basta... Così non l’avessi fatto, e Bianca sarebbe forse felice. Io di qui non mi muovo, fossi certa di dovervi morire.

«O zia, io morirò con lei! sclamò Margherita, stringendosi alla cieca.

«Eh via che non moriremo...! I Francesi non saranno peggiori degli Alemanni. Andiamo a chiudere la porta, e niuno ci darà noia.»

I fanti continuavano a passare, facendo rimbombar le volte della scala in guisa lugubre; ma il loro aspetto non aveva ancora nessun segno di rotta patita. Soltanto gli uffiziali, vedendo chiudersi le case, e le genti del borgo fuggire, parevano addolorati di non poterle difendere. Poi fu silenzio sin verso l’ora di desinare; silenzio, dico, d’armi e d’armati, perchè i borghigiani rimasti tirarono innanzi a fare per le vie, i capannelli, i lamenti, i sinistri presagi. Ma più sul tardi furono viste altre schiere, venire innanzi spingendo sui muli, sulle barelle, una moltitudine di feriti; e a mirare come erano scomposte, e come correvano ora alla sfilata, ora affollandosi, si capiva che tornavano dalla battaglia seguita il mattino verso Settepani. Affrontate dai Francesi furiosamente, avevano abbandonato le difese dei monti; e rotte, perseguitate, afflitte di molte morti, si rivolgevano anch’esse a D..., dove il generale Alemanno, chiamava tutto l’esercito per messi a cavallo, che venivano come razzi; avendo egli disegnato di far la massa in quel luogo.

Così dalle creste più alte dell’Apennino al piano di C.., la via rimaneva aperta ai Francesi, i quali parevano risoluti di ferire qualche gran colpo in val di