Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/91

Da Wikisource.



CAPITOLO V.



Vada Giuliano in buona ventura senza che mi pigli vaghezza di cavalcargli in groppa. Allora non mi potrei tenere dal descrivere i monti e le valli per cui aveva a passare, e sarebbe troppa tela. Dirò soltanto come quel giorno a notte chiusa, Rocco rivenisse menando a mano la giumenta del giovane, e smontasse alla porta della signora; la quale volle dargli cena con sè, e gli fece raccontare dell’andata, e dei discorsi, che, egli disse, erano stati corti e mesti. Tra via non avevano avuto altra molestia che di sentirsi, ad ogni tratto, chiedere novelle dei Francesi; e il colono s’era scompagnato dal padrone in sul mezzodì, lasciandolo in Alba all’osteria chiamata un tempo dello Scudo di Francia; donde faceva conto di riporsi in via l’indimani al proprio destino.

Così i nuvoloni addensatisi sul tetto della signora Maddalena, erano dissipati dal vento che soffiava dall’Apennino, portando innanzi al suo furore, altri nuvoloni gravidi di maggior tempesta. E già si sentiva quanto sarebbe stata furiosa nello scoppiare; soltanto a vedere come a C.... corressero giorni di gran travaglio, per la soldatesca, che vi aveva le stanze da parecchi mesi. Il generale Alemanno pareva sulle brage, attendendo di Lombardia aiuti che non capitavano mai; ed in cambio gli