Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/319

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Capitolo dodicesimo. 235

tivo di questo imprigionamento è che quei disgraziati erano dello Scioa; nel resto mistero, come pur troppo è mistero per noi la sorte che avranno subito. Io dubito sospettassero che potessero essere spie di re Menelik, e che col pretesto d’essere nostri servi avessero ad osservare i movimenti dell’armata di ras Alula, e forse portarne nuove in Massaua o recarle al loro ritorno in patria. Comunque sia, in questo momento ci si risvegliarono le memorie dell’accoglienza di ras Area, e per quanto si fosse fatto tardi abbiamo voluto partire per andarci ad accampare a poco più d’un’ora, accompagnati per di più da una pioggia torrenziale. Nel villaggio dove trovammo asilo erano le più belle ragazzine che mai ho vedute. Profili regolarissimi, forme snelle, eleganti, occhioni grandi ed espressivi, pettinature stravaganti intrecciate a conterie che cadevano sul fronte, vestite di semplici pelli adorne di piccole conchiglie, collane è braccialetti di conterie o di metalli alle mani e ai piedi. I più bei tipi selvaggi, delle vere piccole Selike.

Il giorno 19 prima che il sole sorgesse noi eravamo pronti per toglierci dalla compagnia di questa soldatesca impertinente e screanzata che ritiene spirito e vanto l’insultare chi passa coll’affibbiargli l’epiteto di turco.

La via corre sempre su e giù per alture fatte verdi dalle recenti piogge. Abbiamo uno stupendo effetto di eclissi che ci lascia in un buio perfetto, e ci permette di ammirare uno stupendo e perfetto anello di luce attorno all’ombra portata dalla luna sul sole. Dopo circa sette ore di cammino arriviamo in una specie di altipiano al centro del quale sorge un’altura, e su questa andiamo ad accampare, nel villaggio di Gura a 2100 metri, Disteso dinanzi a noi sta il campo della famosa battaglia, e domani lo visiteremo nel nostro passaggio. Qui è forza procurarci buoi pel trasporto del bagaglio, chè avvicinandoci alla costa il caldo è tanto intenso che le mule soffrono troppo, e d’altronde