Pagina:Abrabanel, Juda ben Isaac – Dialoghi d'amore, 1929 – BEIC 1855777.djvu/285

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il desiderio dell’eternitá 279

priva, per essere l’acquisto impossibile, si priva ancora l’amore e il desio del conoscente. Ma l’amore e il desiderio angelico di fruire l’immensa bellezza divina non è di cosa a loro impossibile disperato, ché (come t’ho detto) loro possono e sperano conseguire e fruire quella come propria felicitá, e in quella sempre si dirizzano e convertono come proprio fine, non ostante ch’ella sia infinita e gli angeli finiti.

Sofia. Ho ben inteso la soluzione del terzo dubio: e veggio che tu ne l’amor accresci una quarta condizione, che, oltra che bisogna che sia di cosa bella e conosciuta da l’amante e che in qualche modo gli manchi o gli possi mancare, bisogna ancora (secondo te) che sia possibile conseguirla e che abbi speranza d’acquistarsi; il che par ragionevole. Ma troviamo esperienzia in contrario: vediamo che gli uomini naturalmente desiano di mai non morire, la qual cosa è impossibile manifesta e senza speranza.

Filone. Coloro che ’l desiano non credeno interamente che sia impossibile: hanno inteso per le istorie legali che Enoc ed Elia1 sono immortali in corpo ed anima, se ben veggono essere stato per miracolo; onde ciascuno pensa che a loro Dio potria fare simil miracolo, e però con questa possibilitá si gionta qualche remota speranza, la quale incita un lento desiderio, massimamente per essere la morte orribile e la corruzione propria odiosa a chi vuole. E il desiderio non è d’acquistare cosa nuova, ma di non perdere la vita, che si truova; la quale avendosi di presente, è facil cosa ingannarsi l’uomo a desiare che non si perda, se ben naturalmente è impossibile: ché ’l desiderio di ciò è talmente lento, che può essere di cosa impossibile e [solo] immaginabile, essendo di tanta importanzia al desiderante. E ancora ti dirò che ’l fondamento di questo desiderio non è vano in sé, se ben è alquanto ingannoso: però che ’l desiderio de l’uomo d’essere immortale è veramente possibile, ché l’essenzia de l’uomo (come rettamente Platon vuole) non

  1. [L’ed. princ. aggiunge, e cosí tutte le stampe]: e ancor santo Giovanni evangelista. [Cfr. Nota, § II].