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280 iii - de l’origine d’amore

è altro che la sua anima intellettiva, la quale per la virtú, sapienzia, cognizione e amore divino si fa gloriosa e immortale; ché quelli che sono in pene non li chiamo interamente immortali, ché la pena e privazione de la visione divina, che ha l’aninia, si può reputare mortalitá, se ben del tutto non è annichilata. Gli uomini, ingannati in che l’essere corporeo sia la sua propria essenzia, si credono che ’l natural desio de l’immortalitá sia ne l’essere corporeo, il quale in effetto non è se non ne li spirituali (come t’ho detto). Da questo intenderai, o Sofia, la certezza de l’anima intellettiva umana; che se l’uomo non fusse veramente immortale secondo l’anima intellettiva, che è il vero uomo, non desiderariano tutti gli uomini l’immortalitá come desiano: ché gli altri animali, cosí come sono interamente mortali, cosí puoi pensare che non pensano non conoscono non desiano e non sperano l’immortalitá, né forse ancora conoscono che sia la mortalitá, se bene friggono dal danno e doglia. Perché la cognizione de’ contrari è una medesima, l’uomo, che conosce la morte, conosce e procura l’immortalitá sua, cioè de la sua anima: e questo nol faria se non fusse possibile conseguirlo (al modo che t’ho detto); da questo vero desiderio deriva il desiderio fallace che non mora il corpo, accompagnato da l’altre cagioni che t’ho detto.

Sofia. Mi chiamo contenta de le soluzioni de li miei dubi; e conosco che l’amor de l’universo creato veramente nacque nel mondo angelico. Ma solamente m’è contra quel che m’hai detto di Platone, che dice l’amore non essere dio ma un gran demone: giá ho inteso che l’ordine de’ demoni Platone il fa inferiore a quello degli dèi, cioè degli angeli; adunque non principia (secondo lui) l’amor nel mondo angelico ma nel demonico, e per questa ragione gli angeli debbono essere totalmente privi d’amore, però che non è giusto che ’l demone, che è inferiore, influisca amore ne’ suoi superiori, cioè negli angeli, come influisce agli uomini, a’ quali è superiore.

Filone. Noi abbiamo confabulato de l’amore de l’universo piú universalmente di quello che fece Platone nel suo Convivio, però che noi qui trattiamo del principio de l’amore in tutto il