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Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/112

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dell’anima, fermarono interamente quella del medesimo, scorrendo contro di essa, e le impedirono di governare e di andare, e la rivoluzione dell’altro pure conquassarono, in manieratale, che esse, i tre intervalli di ciascun dei due ordini, di quello che ha per ragione il due e quello che ha per ragione il tre, ed i medii e i legami d’uno e un mezzo e d’uno e un terzo e d’uno e un ottavo, da poi chè non erano totalmente dissolubili se non da colui che gli legò, li scontorsero in tutti i modi, e cagionarono nei cerchi seni e dissagguaglianze quante potevano. Talmentechè i cerchi, tenendosi tra loro a mala pena, si movevano, ma si movevano senza ragione, ora contrarii, ora obbliqui, ora riversati, così come quando persona stia riversata, in cospetto d’altri, pontando il capo in terra, e gittando i piedi in su e poggiandoli a qualche cosa; in tale postura sua e degli spettatori, la destra di questi a lui, e la destra di lii a questi apparisce sinistra, e la sinistra destra. Or, le rivoluzioni patendo fieramente queste stesse confusioni ed altre somiglianti, quando s’abbattono in Obbietto esteriore della natura del medesimo ovvero dell’altro, allora appellandolo contro il vero,cioè, quel ch’è è medesimo a cosa,appellando altro e quel ch’è altro da cosa, medesimo, diventano fallaci e inintelligenti, e nessuna delle due revoluzioni fa da signora e Duce; ma se alcune sensazioni, ingenerate da fuori, investendo l’anima rapiscono a se tutta la sua interna essenza, allora le rivoluzioni, che in verità ancellano, sembrano donneggiare. E l’anima, per tutte queste passioni, e ora e al principio di-