Pagina:Acri - Volgarizzamenti da Platone.djvu/114

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fatto lungo, e sporse fuori quattro membra distese e pieghevoli, per magisterio di Dio che fu il fabbro di questi stromenti del cammino, acciocchè con tali membra parte appigliandosi, parte puntandosi gli venisse fatto di andare per ogni luogo, portando su lo abitacolo della cosa nostra più divina e più santa.

Ecco, così, per questa ragione si diramarono dal corpo le gambe e le mani; ma gli Dei pensando che il d’avanti è più gentile e più fatto alla signoria che il di dietro per quel verso ci dettero lo andare nella massima parte. Occorreva dunque che l’uomo avesse il davanti contrassegnato e dissomigliante; per questo, intorno d’una parte del capo sottoponendo la faccia ei legarono organi per ogni provvedenza dell’anima, e ordinarono duce la faccia che è per natura sua volta avanti. Tra gli organi architettarono prima gli occhi, luciferi, e gli legarono lì valendosi della cagion ch’io dirò. Essi proccurarono che diventasse corpo quel fuoco, che non ha potenza di bruciare ma sì di dare questo dolce lume ch’è cosa propria del giorno, facendo nel seguente modo. Lasciarono che il fuoco sincero ch’è dentro noi, fratello di questo fuoco del giorno, scorresse per gli occhi, il limpido e il denso, in somma tutto; ma costrignendo gli occhi e principalmente la pupilla, fecero sì che alla parte più crassa fa rintoppo, e soltantanto alla più limpida lascia la via. E quando il lume del di è intorno al rivo della vista, allora il simile scappando verso il simile, questo lume di dentro e il lume raggiato dall’obbietto di