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parte della gloriosa schiera dei neoplatonici, cui dobbiamo il nome della scienza nostra, ha assunto per noi, ora, un carattere, un interesse straordinario.

Abbiamo, dunque, il dovere ed il bisogno, di investigare chi fu Costei, che pochi nostri compagni stimano sia ora vivente: ritornata quaggiù dopo il martirio e la beatitudine celeste.

Non mi attento però di portare un giudizio su materia così delicata e difficile. Ho raccolto i materiali primi perchè altri possa, con questi elementi ch’io offro, ricostruire a perfezione la figura, la personalità della Grande assassinata.

Stimo che giudizio degno potranno soltanto i posteri addurre: poichè quando Annie Besant avrà compiuto il corso di questa vita terrena, allora soltanto potrà lo storico riunire tutti gli elementi per un sano ed obbiettivo giudizio.

Questo lavoro è un primo tributo per la ricerca della verità.

II. — Allora, quando Ipazia visse, Alessandria aveva toccato l’apogeo dello splendore nelle scienze, nell’arti e nella letteratura1.

Il mondo greco, (le sètte filosofiche, religiose del paganesimo, ed



    and altruism is Annie Besant’s name... It is only a few monts, she studies occultism with me in the innermost grop of the E. S., and yet she has passed far beyond all other», wrote H. P. B. and no wonder that it was so.» (p. 364-365).
    Nello stesso numero della rivista suddetta v’è pure un articolo, firmato Hephzibah, intitolato «Hypatia» e basato, esclusivamente sul romanzo del Kingsley.

  1. Il Lumbroso nel libro «L’Egitto dei Greci e dei Romani» al cap. XIV «Cultura e splendore di studi» scrive:
    Che vi sia stata in Alessandria una sede delle Muse o Museion, molto celebre nel mondo antico, è cosa notissima. Ma è un vecchio, ostinato equivoco ed errore, il credere che la costituzione od il governo di quel Museion, abbia avuto un carattere, uno scopo, un influsso religioso, oppure che di esso possano darci un’immagine i sacerdotali seminari egiziani di Eliopoli e di Memfi, o le Sapienze annesse a certe grandi moschee dei musulmani. Fu invece una cosa prettamente ellenica, un collegio o sodalizio costituito come tutti gli altri collegi o sodalizi ellenici. In altri termini, e per parafrasare Strabone (17, 794), che è l’unica fonte in quanto all’ordinamento del Museion alessandrino. In un ἑταιρεία, un θίασος, un ἔρανος, o come altrimenti dicevano i Greci d’allora, ed in ispecie quei d’Alessandra, una σύνοδος. Quindi, come ogni σύνοδος, esso aveva i suoi fondi comuni (χρήματα κοινά) come ogni σύνοδος, esso aveva il suo ἱερεύς o presidente, (onde l’inveterato equivoco che ne avesse la presidenza una specie di Pontefice massimo dell’Egitto greco-romano), il quale ἱερεύς o presidente portava, del resto il titolo particolare di ὁ ἐπὶ τῷ Μουσείῳ od ἐπιστάτης τοῦ Μουσείου.
    Non Eliopoli, dunque, nè Memfi, ma la Grecia, ma l’Attica furono modello ad Alessandria co’ loro Museia, colle loro scuole e sette filosofiche aggruppate a modo sodaliciario, ed aventi l’οἶκον μέγαν per la cena, e tra gli Aristotelici, il περίπατον, com’ebbe per l’appunto il Museion alessandrino.
    Ma in due cose l’alessandrino fu un Museion sui generis: l’una, che esso faceva parte del βασίλεια dei Tolomei, di quella città palatina che tenne tanto posto nell’antica Alessandria, regi erano senza dubbio i suoi fondi, regio il suo pane (σίτησις), onde un satirico lo chiamò la gabbia delle Muse; l’altra che il suo ἱερεύς il suo ἐπιστάτης era direttamente nominato dal re, e così, più tardi dall’imperatore. E sebbene Strabone non lo dica, erano, a quanto pare, nominati direttamente dal re,