per gli occhi stanchi ove da tempo il pianto
più non arriva. È tardi, è tardi, e invano
supplichevole, a noi tendi le braccia;
noi siamo spettri,
noi siamo larve; i teneri virgulti
avvizzir; dalla sorte altro comando
ormai pur troppo non abbiam che farti
più triste l’ora. —
O fantasmi, pietà! Sparite e l’anima
possa scordarvi! È vero; alle sottili
malìe create dal pensiero, l’impeto
del cor soggiacque;
l’ardor soggiacque della bella e forte
mia giovinezza in inseguir con ansia
mai paga la fuggente ala dei canti,
l’ala dei sogni;