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20. Su Aaron Swartz     203


da milionario in California non gli piace, si trova male sin dal primo giorno di lavoro, trova l’ambiente chiuso – impazzisce quando l’azienda gli fornisce un computer dicendo che «non avrebbe potuto installarci nulla» – e capisce ben presto di avere altre aspirazioni, soprattutto politiche.

Aaron contestò in toto la Silicon Valley e il suo sistema, respinse il mondo del business, e vide Tim Berners-Lee come modello da seguire: una persona che aveva tra le mani una grande invenzione ma, invece di trarne profitto, aveva deciso di regalare il world wide web all’umanità.

In realtà, anche se il periodo di San Francisco è stato uno spartiacque importante, c’è continuità con quello che fece dopo: i nuovi progetti riguardarono, comunque, il facilitare e l’organizzare l’accesso alle informazioni pubbliche, la progettazione di grandi siti editabili con tecnologia wiki e partecipazione pubblica, l’ideazione di interfacce facili a uso di quelle persone che volessero accedere alle informazioni, la garanzia di un accesso pubblico ai materiali in pubblico dominio e un attacco costante alla strategia governativa di far pagare per la richiesta di copie di materiale pubblico.

Un aspetto non secondario dell’eredità di Aaron è, poi, come fare hacking del sistema politico, una cosa che si può fare soltanto se si ha una conoscenza accurata dell’intero processo legislativo e del funzionamento del sistema stesso. Fare hacking vuol dire, per lui, organizzare le persone con strumenti tecnologici, sostenendo bassi costi, con rapidità e intervenendo concretamente “liberando i documenti”. Per di più, stava facendo hacking del sistema in un periodo storico – di attivismo e di proteste – che era l’ideale per portare avanti, in tutto il mondo, determinate iniziative.

Una seconda fonte, molto importante per ripercorrere la vita di Aaron e per distillare le parti più interessanti del suo pensiero, è un libro di quasi quattrocento pagine, intitolato “The boy who could change the world”, che ha raccolto in lingua inglese, nel 2015, tutti gli scritti più importanti di Aaron.

Il criterio adottato nell’indice per ripercorrere la vita del giovane è molto significativo, e permette di comprendere in concreto quali siano stati i suoi temi di interesse e, quindi, in quali ambiti abbia contribuito maggiormente con la sua azione.

I curatori, in particolare, hanno individuato i temi della cultura libera, dei computer e della programmazione, della politica, dei media, dei libri e del conflitto con il sistema scolastico, come i punti essenziali della sua vita: quasi delle parole-chiave, o degli hashtag, che hanno connotato i suoi anni.

Il 29 dicembre 2015, uno scrittore, Malcom Harris, partendo dalla recensione di questo libro, pubblicò un articolo su The New Republic dove analizzò, in un certo senso, tutti gli scritti che Aaron aveva lasciato. Lo intitolò “Reading Everything Aaron Swartz Wrote”, e trasse delle conclusioni molto interessanti.

Vediamo, insieme, i passaggi più importanti di questo articolo, che fornisce nuove chiavi di discussione a diversi momenti cruciali dell’esistenza di Aaron.