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24      Aggiustare il mondo


Viveva, infatti, con un costante dilemma interiore.

Da un lato amava la conoscenza, l’apprendere, studiare e leggere. Dall’altro, criticava e metteva in discussione in ogni momento il sistema scolastico in sé, le competenze dei docenti in cui gli capitava di imbattersi e, persino, il metodo educativo degli insegnanti.

Si era certamente in presenza di un ragazzo che voleva assorbire come una spugna contenuti e nozioni da altre persone, ma queste persone dovevano essere meritevoli della sua attenzione e del tempo che avrebbe investito per ascoltarle e per imparare da loro.

Era in una costante ricerca di maestri ma era, al contempo, molto, molto esigente. Tanto che, in tutta la sua vita, trovò pochissime persone che lo entusiasmarono veramente e, soprattutto, di cui si fidò.

L’ambiente scolastico tutto, in sostanza, non gli piaceva. Non gli piacevano gli insegnanti. Si annoiava a studiare temi e argomenti che non riteneva utili per la sua crescita e per la sua formazione. Trovava i compiti assegnati a casa troppo facili o, addirittura, inutili e stupidi. Aveva la costante sensazione di perdere tempo.


Un secondo fattore problematico si dimostrò la sua evidente intolleranza nei confronti dell’idea stessa di autorità che promanava dagli insegnanti e che si percepiva attraverso l’adozione di metodi educativi da lui ritenuti sbagliati.

Aaron dedicherà settimane, da teenager, a raccogliere ogni possibile libro e articolo sul sistema educativo nordamericano – compresi testi di pedagogia, di psicologia, di organizzazione scolastica, di analisi politica dello stato dell’arte dell’insegnamento in quel Paese – per cercare di individuarne i punti deboli, e capire come “ripararlo”.

Vi fu, poi, un terzo fattore, che in quegli anni stava esplodendo, e che mise definitivamente in crisi la sua fiducia nel sistema scolastico: aveva accesso a Internet. Anzi, tutti iniziavano ad avere accesso a Internet. E per ogni possibile argomento che si fosse deciso di trattare in classe, Aaron era finalmente in grado, grazie alla rete e alle competenze di ricerca che aveva sviluppato in quei primi anni, di trovare fonti ben più ampie, documentate e approfondite, in minor tempo, e di poter selezionare e distillare soltanto gli aspetti che realmente gli interessassero, rispetto a quanto c’era scritto sui libri o a ciò che veniva detto dagli insegnanti.

I genitori, in questi anni problematici, lo assecondarono il più possibile, e per lunghi periodi studiò a casa, per conto suo.

Il suo amico e mentore, Lawrence Lessig, ricorderà, in diverse occasioni pubbliche, come una simile mancanza di istruzione scolastica tradizionale, e di rispetto della disciplina tipica di un contesto scolastico, fosse stata, da un lato, un bene (aveva consentito una completa “liberazione” delle sue capacità e dei suoi