Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/164

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Tenga coperti ben; né contro al verno
Gli manchin l’arme, ché cagion non aggia,
Quando sia vento o giel, di starsi al foco.
805Non deve il curator vivande avere
Differenti da lor, né prender cibo
Se non tra’ suoi villan nel campo o in casa:
Ché lui compagno aver, gli fa del poco
Più contenti restar, che senza lui
810Non farebbe ciascun del molto spesso.
Vieti loro il confin dei suoi terreni
Senza licenza uscir; né deve anco esso
Fuor di necessità mandargli altrove.
Chi far porìa ch’al sonno e alla quïete,
815Piuttosto ch’ai piacer, dopo il lavoro
Dessero il tempo suo, più sani e lievi
E forti al faticar gli avrebbe molto.
Deve il buon curator vender assai;
Poco o nulla comprar, sebben vedesse
820Certo il guadagno e doppio: ché tal cura
Lo fa spesso obliar quel che più vale,
E ’ntricar la ragion col suo signore.
Piuttosto impieghi, se gli avanza, il tempo
A ’mparar dal vicin con quale ingegno
825Fe la terra ingrassar ch’avea sì magra;
O con qual arte fa che i frutti suoi,
Quando gli altri hanno i fior, sien già maturi.
Doni alle gregge umìli un tal pastore,