Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/174

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Poiché ’nsieme col Sol piovosa e fosca
155Monta la Libra in ciel, che già si bagna
Dentro e fuori il terren; fa’ intorno al loco
Che ne vuoi circondar, due solchi eguali,
Ben divisi tra lor, tre piè disgiunti,
E due profondi almen: poi cerca il seme,
160Fra quei lodati prun, del più maturo,
Del più sano e miglior; così tra l’acque
Lo poni a macerar là dove infusa
Del vil moco vulgar farina avesti:
Poi di sparto o di giunco in man ti reca
165Due corde antiche in cui per forza immergi
L’intricata sementa; indi l’appendi
Sotto il tetto a posar nel verno intero:
Indi ch’a ristorar la terra afflitta
Le tepide ali al ciel Favonio spiega,
170E ritorna a garrir l’irata Progne;
Ritrova i solchi tuoi fatti all’ottobre
E s’asciughino allor s’ivi entro fusse
Acqua o ghiaccio brumal; poi della terra
Che ne traesti pria confetta e trita
175Gli riempi a metà; poi dritte e lunghe
Le sementate corde in essi stendi,
E leggermente alfin le cuopri in guisa,
Ch’il soverchio terren non tanto aggrevi,
Che non possa spuntar la gemma fuore
180Nel trigesimo dì: ch’allor vedranse