Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/180

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Come prodotte ha il ciel le piante e l’erbe
Sì contrarie fra lor? ch’a quella diede
Dolce e caro sapor; ripose in questa
Sugo amaro e velen: nell’una inchiuse
320Secca e fredda virtù; nell’altra ha inceso
L’infiammato vapor; quale il valore
Trae dell’impio Saturno, e qual da Marte;
Chi dal benigno Giove o dalla figlia,
Quanto han soave e buon, s’accoglie in seno:
325Chi tra le nevi e ’l giel menando i giorni,
Sotto il più freddo ciel vien lieta e verde,
Chi nel più caldo sol le forze accresce:
Chi tra le secche arene, ove ha più sete
L’Ammonio e ’l Garamanto, ha caro il seggio;
330Chi dove stagnin più l’Ispani e l’Istro,
Ove calchi il Gelone e l’Agatirso,
Fa più verde il sentier: chi nasce in fronte
Dell’Olimpo divin, di Pelio e d’Emo;
Qual l’aperte campagne e valli apriche
335Del tessalico pian ricerca: e quale
Vuol profondo il terren, qual vuol gli scogli:
Chi vuol vicino il mar; chi morta resta
Nel primo grave odor che dall’armento
Vien di Proteo lontano, o come prima
340La tromba di Triton le freme intorno.
Ma il saggio giardinier che ben comprenda
Di ciascuna il desir, può con bell’arte