Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/207

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L’uno ha d’orrido vello il corpo irsuto;
L’altro è squamoso, e di color dipinto
Or verde or giallo, or d’ mill’altri mischio:
Quel con le cento gambe in arco attorce
Il lunghissimo ventre; e quel ritondo,
1050Or bianco, or del color dell’erbe istesse,
Sì fisso è in lor che non si scerne il piede.
Oh che peste crudel! che danno estremo
Del misero cultor ch’al miglior tempo
Vede ogni suo sudor voltarse in polve,
1055Tutto il frutto sparir, le fresche erbette
Null’altro riservar che i nervi nudi!
L’importuna lumaca, ovunque passa,
Biancheggiando il cammin dopo le piogge,
Non men fa danno ch’ove prenda il cibo.
1060Ma chi del suo giardin pria mise i semi
Nell’acqua a macerar, là dove infuse
Del gelato liquor del semprevivo,
O di triste radici il sugo amaro
Del selvaggio cocomero; o sgombrando
1065Dell’ardente cammin l’oscura ed atra
Fuligginosa polve, ivi entro sparse;
Non gli saran noiosi o questi o quelli.
Né tra l’erbe miglior si sdegni dare
Alla cicerchia vil talora il seggio,
1070La cui chiusa virtù da mille offese
Può sicuro tener chi gli è d’intorno.