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330 BACCO

     Ch’ambrosia e néttar non invidio a Giove.
     Or questo, che stillò dall’uve brune
     725Di vigne sassosissime toscane,
     Bevi, Arïanna, e tien da lui lontane
     Le chiomazzurre Naiadi importune:
     Chè saría
     Gran follía
     730E bruttissimo peccato,
     Bevere il Carmignan quando è innacquato.
Chi l’acqua beve,
     Mai non riceve
     Grazie da me.
     735Sia pur l’acqua o bianca o fresca,
     O ne’ tonfani sia bruna,
     Nel suo amor me non invesca
     Questa sciocca ed importuna,
     Questa sciocca, che sovente,
     740Fatta altiera e capricciosa,
     Rïottosa ed insolente,
     Con furor perfido e ladro
     Terra e ciel mette a soqquadro.
     Ella rompe i ponti e gli argini,
     745E con sue nembose aspergini,
     Su i fioriti e verdi margini
     Porta oltraggio ai fior più vergini;
     E l’ondose scaturigini
     Alle moli stabilissime,