Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/347

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IN TOSCANA. 331

     750Che sarian perpetüissime,
     Di rovina sono origini.
     Lodi pur l’acque del Nilo
     Il soldan de’ Mammalucchi,
     Nè l’Ispano mai si stucchi
     755D’innalzar quelle del Tago,
     Ch’io per me non ne son vago:
     E se a sorte alcun de’ miei
     Fosse mai cotanto ardito,
     Che bevessene un sol dito,
     760Di mia man lo strozzerei.
     Vadan pur, vadano a svellere
     La cicoria e i raperonzoli
     Certi magri mediconzoli,
     Che coll’acqua ogni mal pensan di espellere:
     765Io di lor non mi fido,
     Nè con essi mi affanno,
     Anzi di lor mi rido;
     Chè, con tanta lor acqua io so ch’egli ánno
     Un cervel così duro e così tondo,
     770Che quadrar nol potria nè meno in pratica,
     Del Vivïani il gran saper profondo
     Con tutta quanta la sua matematica.
     Da mia masnada
     Lungi sen vada
     775Ogni bigoncia,
     Che d’acqua acconcia