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IN TOSCANA. 337

     Delle merci mie vinose,
     Ma mi sento un po’ più scarico.
     915Allegrezza, allegrezza: io già rimiro,
     Per apportar salute al legno infermo,
     Sull’antenna da prua muoversi in giro
     L’oricrinite stelle di Santermo.
     Ah! no, no; non sono stelle:
     920Son due belle
     Fiasche gravide di buon vini:
     I buon vini son quegli, che acquetano
     Le procelle sì fosche e rubelle,
     Che nel lago del cor l’anime inquïetano.
925Satirelli
     Ricciutelli,
     Satirelli, or chi di voi
     Porgerà più pronto a noi
     Qualche nuovo smisurato
     930Sterminato calicione,
     Sarà sempre il mio mignone;
     Nè m’importa, se un tal calice
     Sia d’avorio, o sia di salice,
     O sia d’oro arciricchissimo;
     935Purchè sia molto grandissimo.
     Chi s’arrisica di bere
     Ad un piccolo bicchiere,
     Fa la zuppa nel paniere:
     Quest’altiera, questa mia