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e Andrea, che per servir la messa accompagnava il prete dalla sagrestia, fu assalito da un tremito convulso. Intanto alcune donne si inginocchiarono alla balaustra per ricevere la Comunione.

E il prete sale il gradino, depone il calice sull’altare, apre il tabernacolo, si volta a segnar nell’aria, con la mano, la croce: ricorda ad Andrea che deve recitare il Confiteor. Ed ecco; il prete si volta ancora, tende il braccio a trar fuori dal tabernacolo la pisside; ma.... Che è? che non è? Un cartoccio. Cade sull’altare, si apre: una di qua, una di là, due cose lucide scappan via, in terra, sonando. Monete? Marenghi? Che è? che non è?

— Miracolo! — esclama Andrea, più bianco in faccia che la sua cotta.

E le donne che sorreggono l’Assunta esclamano:

— Miracolo! Miracolo!

E tutti, in punta di piedi, ansiosi:

— Miracolo! Miracolo! I quattrini di don Fiorenzo!

Ricuperato l’onore, l’Assunta e Andrea si rallegrarono come fossero essi gli eredi del curato.