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altro, si accorerebbe di passione. Lui si ammazzerebbe.

(Buum!)

L’Ida si era riavuta: le cuoceva di essere stata debole. Le fissò con una mossa del capo di sotto in su, che significava: “Avete finito? Adesso parlo io„. Ma non parlò a lungo. Gridò forte, perchè, nel sobborgo, molti udissero la canzonatura: — tac tac tac!... Bum! bum! — E soggiunse, forte: — Come siete buffe! — Poi, essendo prossima a casa, vi entrò di corsa, presa da un riso convulso. L’avevano amareggiata, ferita, offesa, dubitando, oltre che di lei, dell’uomo che amava; si contentassero se si era limitata a metterle in ridicolo, spasimanti fastidiose e spropositate!

Ma il giorno dopo non l’aspettarono per andare e tornare insieme. Essa finse di non curarsene e da quel giorno le prevenne nell’andata e nel ritorno a casa. In cuor suo, però, temeva; ne paventava il rancore, la vendetta; tanto più che Giulio veniva in licenza, e i fidanzati di quelle due non si erano ancor visti.