Pagina:Albertazzi - Novelle umoristiche.djvu/318

Da Wikisource.
304 in arcadia

si pose il moschetto a traverso, su le ginocchia; su queste puntò i gomiti e poggiando la faccia alle mani guardava l’amico.

Il quale, a tal vista, si era acceso in volto, con tali occhi da spaventare. Ma Rappaini ch’era più furbo riprese:

— Tanto; voaltri piemontesi d’idee vu nun n’aete! Dimmi un po’....

S’allontanavano i canti e i suoni delle processioni.

— ....Di’: se ha a succede qualche ’osa indòe dee succedere? Io dio, che succederà qui, quando torneranno indreo! No? Qui. Se se danno, se le daranno qui! e no quando i du’ partiti sian fuor di tiro!

L’argomento era giusto solo in parte: perchè essi a quel punto dell’incontro avrebbero potuto trovarcisi anche accompagnando una delle processioni. Ma i toscani hanno il cervello fine.

— Ci vol prudenza, ci vol! Noi s’ha a mostrà ch’un si diffida nè di esti nè di elli!

E fu tale argomento che il piemontese, vinto e tutto contento d’essere stato vinto, alla fine esclamò ridendo:

— Voi autri toscani con le vostre ciàciare i stuparie la buca a’ na foumna! Ma par sta volta, va!, at a rasoun! — E andò a sedere anche lui sul paracarri di fronte; deponendo il moschetto da lato e su le ginocchia la borsa della corrispondenza.

Amici dunque più di prima tornarono a di-