Pagina:Albertazzi - Novelle umoristiche.djvu/319

Da Wikisource.

in arcadia 305

scorrere di ciò che più loro premeva, mentre guardavan le processioni che dilungavano, già scomparivano. Ah! le loro ragazze non eran venute alla festa di Rioronco....

— ....Quando la pigli tu, la Balbira?

— Quanc i’ divento vicebrigadie, i’ la sposo dal parroco. — Prendeva la «ferma», faceva la carriera. Ma il compagno, che a sentir lui poteva vivere di rendita, disse:

— Se possono passà esti du anni, io me ne vo; che n’ho auto abbastanza della patria! Vo a lavorà il mi podere, la mi vigna.... Uh! Se tu sentissi il mi vino!... Me la porto ’on me, la mi ragazza....

🟌

....Eppure, strada facendo, nell’una processione e nell’altra s’estese un nuovo malcontento; sia perchè la realtà riesce sempre inferiore all’aspettazione, sia perchè Carlon de’ Carli aveva avuto il torto di non lasciare almeno una «compagnia» al curato e questi aveva avuto il torto di non concedere almeno un prete in cambio di tante «figlie di Maria». In entrambe le schiere serpeva quel malessere che dan le cose imperfette; quel malanimo che dopo le risoluzioni pacifiche talvolta rinasce anche ne’ più docili e generosi avversari. Or come fu pervenuta alla villa Stoia e vi fu accolta da tal frastuono di mortai che pareva il finimondo, la processione sacerdotale avanzò e ristette all’ora-