Pagina:Albertazzi - Top, 1922.djvu/123

Da Wikisource.
Nella Romagna d'una volta 121


tata l’infamia e ci credono! E tu vuoi farti suora per questo!

Per questo. La storia non era vera? E come negare che era bene uscire da un mondo ove si commettevano coteste infamie, deturpando il nome di una famiglia, affliggendo la vita intera di un uomo, senza castigo?

— Sì, nonno: per questo! — Livia fu sul punto di rispondere. Ma a veder il vecchio divenuto livido, in una attesa di passione mortale, gli si gettò d’impeto nelle braccia piangendo:

— Lo credo! Lo credo, nonno, che lei sia innocente!

***

Cominciò da allora l’equivoco che doveva durar due anni.

Ritennero l’una e l’altra di aver vinto. «Si rassegna alla volontà di Dio», pensava la ragazza. «Si rassegna alla mia volontà», pensava il vecchio. Ed ella non urtata più, cedeva nei modi; s’inteneriva; diceva tra sè: «povero vecchio!».

Nemmeno, nel suo segreto, lo rimproverava d’essere ostinatamente rimasto in mezzo a gente sì perfida, perchè allontanarsi con l’onta addosso sarebbe stata, per uomo di tal fatta, viltà; sarebbe stata la maggiore ignominia.

Alla proposta di passar l’inverno altrove, ella si rifiutò: e il nonno ne fu lieto.