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Pagina:Albertazzi - Top, 1922.djvu/133

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Valentino e Lucilio 131


E il padre, il quale era della fazione albata e aveva seco tante monete d’oro da giocare per i poledri di Cappadocia, fingeva una grande perplessità nella scelta. Dopo un lungo silenzio disse interrogando sè stesso:

— Per vincere starò dunque con Valentino o con Lucilio?

— Con me! — Con me! — pregavano ambedue i fanciulli, a gara.

— Vincerà quello che mi vuol più bene!

— Io!

— Io, padre!

— Vincerà quello a cui voglio più bene.

— Io! io!

— No, io! — e a Valentino si riempirono gli occhi di lacrime. Allora il padre trasse quattro monetine — quadranti — e le diede ai fanciulli, due per ciascuno. — Faremo così: quello che perderà darà un quadrante al fratello, e uno a me. — Accettarono felici di scommettere come gli uomini.

— Ma — ripigliò dopo un poco il padre quasi preso da un nuovo dubbio — : se perderete tutti e due? Se vincerà, invece della rossa o dell’azzurra, la prasina o l’albata?

— Allora — esclamò Lucilio ridendo — : allora ci teniamo noi i quadrantini, e a te niente!

— A te un bacio — concluse Valentino allungando le braccia.

E volevano dargli un bacio tutti e due in una volta.