Pagina:Albertazzi - Vecchie storie d'amore, 1895.djvu/172

Da Wikisource.
158 passione


Pazienza! Ed essa perdonava a quel perfido: l’amava, e nell’amore nuovo e nell’abiezione non avrebbe avuto piú un pensiero, una parola, uno sguardo per Alvise Pasqualigo!

Alvise non sopportò l’abbandono deciso ed assoluto della donna che aveva amato troppo e troppo a lungo; non volle rassegnarsi alla vendetta di madonna Vittoria; non si riebbe, e la gelosia travolse nel fango l’anima sua e la dignità d’un uomo. Nessun innamorato fu mai un mendico cosí sordido come Alvise Pasqualigo, il quale scriveva di tali lettere:


“Se voi vedeste com’io sto, forse che m’avreste compassione, se ben pochissimo mi amate. Di grazia, trovate modo ch’io possa darvi alcuna lettera, che so ben io che avete molte comodità. E se è possibile, sí come io son certo, fate ch’almeno per una volta sola io venga a voi (non dico ad abbracciarvi, ché troppo indegno mi giudicate e troppo vile mi tenete), ma ch’io venga a baciar la terra dove voi tenete i piedi...„