Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/139

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libro secondo 133

menti e colori; per ancora lodare Iddio insieme con tutta l’universa natura, vedendo tante e sì differenziate e sì consonante armonie di voci, versi e canti in ciascuno animante concinni e soavi; per ancora ringraziare Iddio ricevendo e sentendo tanta utilità nelle cose produtte a’ bisogni umani contro la infermità a cacciarla, per la sanità a conservalla; per ancora temere e onorare Iddio udendo, vedendo, conoscendo el sole, le stelle, el corso de’ cieli, e’ tuoni e saette, le quali tutte cose non può non confessar l’uomo essere ordinate, fatte e dateci solo da esso Iddio. Aggiugni qui a queste quanto l’uomo abbia a rendere premio a Dio, a satisfarli con buone opere per e’ doni di tanta virtù quanta Egli diede all’anima dell’uomo sopra tutti gli altri terreni animanti grandissima e prestantissima. Fece la natura, cioè Iddio, l’uomo composto parte celesto e divino, parte sopra ogni mortale cosa formosissimo e nobilissimo; concessegli forma e membra acomodatissime a ogni movimento, e quanto basta a sentire e fuggire ciò che fusse nocivo e contrario; attribuìgli discorso e giudicio a seguire e apprendere le cose necessarie e utili; diègli movimento e sentimento, cupidità e stimoli pe’ quali aperto sentisse e meglio seguisse le cose utile, fuggisse le incommode e dannose; donògli ingegno, docilità, memoria e ragione, cose divine e attissime ad investigare, distinguere e conoscere quale cosa sia da fuggire e qual da seguire per ben conservare sé stessi. E aggiunse a questi tanti e inestimabili doni Iddio ancora nell’animo e mente dell’uomo, moderazione e freno contro alle cupidità e contro a’ superchi appetiti con pudore, modestia e desiderio di laude. Statuì ancora Iddio negli animi umani un fermo vinculo a contenere la umana compagnia, iustizia, equità, liberalità e amore, colle quali l’uomo potesse apresso gli altri mortali meritare grazia e lode, e apresso el Procreatore suo pietà e clemenza. Fermovvi ancora Iddio ne’ petti virili a sostenere ogni fatica, ogni aversità, ogni impeto della fortuna, a conseguire cose difficillime, a vincere il dolore, a non temere la morte, fermezza, stabilità, constanza e forza, e spregio delle cose caduche, colle quali tutte virtù noi