Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/165

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libro terzo 159

altri tutti vi sento, Giannozzo, appellare buono, poiché per molte altre ragioni e per questa ancora così meritate, che mai vi sentite sazio di molto servire agli amici, sollevare e’ miseri, sovvenire agli affannati. Ma sedete, Giannozzo. Voi siete stracco, e a questa età si conviene così. Sedete.

Giannozzo. Or sì, farò. Intendi però, Lionardo, questo m’interviene da non molti anni in qua. Non posso affaticarmi a gran parte quanto io soleva.

Lionardo. E quante ancora cose a voi era consuetudine fare giovane, quale ora non faresti vecchio! E piàcevi testé quante altre che allora forse non vi pareano grate!

Giannozzo. Molte, Lionardo mio. E’ mi ricorda quando io era giovane, se si faceva, come spesso in quelli tempi, in quello buono stato della terra nostra si faceva, giostre o simile alcuno publico giuoco, la maggiore contenzione tra’ miei vecchi e me era questa una, però che io insieme con gli altri al tutto volea uscire in mezzo a farmi valere. Tornavano quelli di casa nostra sempre con molta lode e pregio. Io di questo godea tra me stessi, ma pure e’ mi dolea non essere stato di quelli uno in affannarmi e come gli altri meritare. O famiglia Alberta, che sempre vedevi altretanti più che di tutte le maggiori famiglie di Firenze nostra gioventù Alberta a mezzo il campo trascorrere lieta, animosa, atta nell’armi! Tutto il popolo parea non avesse cura ad altri che a’ nostri Alberti; non sapea il popolo lodare chi non era Alberto; pareva a ciascuno frodare de’ meriti nostri, se ivi si lodava altri che noi Alberti. Io, pensa, come dall’uno lato godea della tanta grazia in quale giustamente erano i nostri Alberti, e dall’altro lato, stima tu, Lionardo, uno giovane che abbia l’animo desto e virile, quale in quelli tempi era il mio, gli sarà troppa molestia non potendo come desidera essere tra quelli suoi, farsi mirare da tutti e lodare. Così a me intervenia. Io aodiava chiunque me ne stoglieva, e ogni parola di quelli nostri vecchi allora mi pareva veramente alle orecchie mie, Lionardo, una sassata. Non poteva ascoltarli quando e’ mi sgomentavano tutti insieme, e dicevano la giostra essere