Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/177

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libro terzo 171

di me e de’ miei. Sono ancora operazioni dell’animo quali io di sopra dissi, amare, odiare, sdegnarsi, sperare, desiderare e simili. Adunque si vuol queste bene saperle usare e contenere, amare i buoni, odiare i viziosi, sdegnarti contro a’ maligni, sperare cose amplissime, desiderare cose ottime e lodatissime.

Lionardo. Santamente. E queste parole di Giannozzo, Battista e tu Carlo, vedete voi quanto abbino in sé nervo e polso. Ma seguite, Giannozzo. Poi per conservare l’animo a Dio, che modo tenete voi?

Giannozzo. Due modi tengo, l’uno in cercare e fare quanto possa in me stessi l’animo lieto, né mai averlo turbato d’ira, o cupidità, o alcuno altro superchio appetito. Questo sempre stimai essere ottimo modo. L’animo puro e simplice troppo mi pare che piaccia a Dio. L’altro modo a piacere a Dio a me pare sia fare mai cosa della quale dubiti s’ella sia bene fatta o male fatta.

Lionardo. E questo credete voi che basti?

Giannozzo. Credo certo sì che basti assai, secondo che io mi ricordo avere inteso. Eh! figliuoli miei, sapete voi perché i’ dissi fare mai se tu dubiti? Imperoché le cose vere e buone stanno da sé allumate e chiare, allegre, scorgonsi invitanti, voglionsi fare. Ma le cose non buone sempre giaciono adombrate di qualche vile o sozzo diletto, o di che viziosa opinione si sia. Non adunque si vogliono fare, ma fuggille, seguire la luce, fuggire le tenebre. La luce delle operazioni nostre sta nella verità, stendesi con lode e fama. E niuna cosa più è tenebrosa nella vita degli uomini quanto l’errore e la infamia.

Lionardo. Niuna masserizia tanto sarà mai quanto questa vostra perfettissima. Oggi impariamo non solo quale sia la vera masserizia, ma insieme l’ottimo civilissimo vivere, diventare virtuoso, adoperare la virtù, vivere lieto e fare cose delle quali non dubiti. Ma, Giannozzo, s’egli è licito il domandarne, questi prestantissimi e divini ammaestramenti fabricastegli voi stessi da voi, o vero gli avete, quanto mi parse testé dicessi, imparati da altrui?