Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/30

Da Wikisource.
24 i libri della famiglia

trata licenza. Ed era di questa mia osservanza e subiezione non da’ vecchi tanto, ma da’ giovani ancora non biasimato, e a me parea averne fatto el debito mio, ché fare il contrario, non aggradire, non pregiare, non sottoaversi a’ maggiori arei riputatomi a vergogna e biasimo. E più in ogni cosa a me sempre parse dovere con Ricciardo come sempre feci, apertomi con lui, consigliatomi, riputatolo come padre, tanto mi stava in animo essere debito degnare e onorare l’età.

Sarete adunque quanto vi conforto verso e’ maggiori molto riverenti, e quanto in voi stessi potrete virtuosi. Né guardate, figliuoli miei, che la virtù in vista sia forse duretta e aspretta, gli altri disviamenti in primo aspetto sieno proclivi e dilettosi, imperoché adentro vi si truova questa tra loro grandissima differenza: nel vizio abita più pentimento che contentamento, più vi surge dolore che piacere, più vi truovi perdimento da ogni parte che utile. Nella virtù tutto contra, lieta, graziosa e amena, sempre ti contenta, mai ti duole, mai ti sazia, ogni dì più e più t’è grata e utile. E quanto in te saranno buoni costumi e intere ragioni, tanto sarai pregiato e lodato, e da’ buoni ben voluto, e godera’ne fra te stesso. E se conoscerai te non essere non uomo, e non vorrai umanitate alcuna essere da te lontana, certo arai non pochissima parte di vera felicità in te stessi. Questo può la virtù per sé sola, rendere beato e felice chi con tutto l’animo e tutte l’opere dedica sé a seguire e osservare ogni erudimento e precetto col quale alontani sé da’ vizii e fugga ogni rio costume e cosa non lodata.

Io sono di quelli che vorrei più tosto, figliuo’ miei, lasciarvi per eredità virtù che tutte le ricchezze, ma questo non sta in me. Quello che in me stimai licito, sempre mi sono operato darvi ogni principio, aiuto e modo con che voi conseguiate molta lode, assai grazia e grande onore. A voi sta usare l’ingegno avete da natura, credo non piccolo, né debole, e farlo migliore con studio ed essercizio di buone cose, e con molta copia di buone arti e lettere. E la fortuna, la quale io vi lascio, dovete adoperarla e distribuirla