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462 nota sulla grafia

piamo l’articolo plurale maschile con l’apostrofo (e’); questa, che è la forma usata sempre dall’A., e prevalente nei codd., si distinguerà facilmente nel contesto dal pronome maschile della 3 a pers. e’, egli, ei (sing. e plur.).


IX. eliminato i numerosissimi casi di raddoppiamento sintattico, non più reso dalla moderna grafia, dopo le preposizioni a, da, fra, in (come: a ppensar, da ddio, fra lle zolle, inn alcuno), e dopo le congiunzioni e, che, né, se (e ssono, che llui, né lla, se lli). Il raddoppiamento, probabilmente celato dall’uso frequente della preposizione ad davanti a consonante, è stato comunque eliminato; conserviamo la forma ad soltanto davanti a vocale. D’altra parte, si è creduto opportuno, anche per evitare confusione, di rappresentare l’effettivo raddoppiamento della pronuncia in quei pochi casi (8 in questo vol.) in cui il pronome enclitico non è rafforzato nei codd. Si è pensato anche di livellare, secondo l’uso prevalente nei codd. e gli esempi dell’A., il raddoppiamento dell’articolo dopo le preposizioni a, da, di, su.


X. conservato, invece, le tipiche forme assimilate del verbo infinito o 1ª e 3ª pers. plur.) + pronome enclitico (tipo: serballo = serbarlo, ascriverelle = ascriverenle ‘ascriveremole’, deferiscallo = deferiscanlo) frequentissime nei codd. e soprattutto nel libro III della Famiglia, e perfino i comunissimi nello, nolla (come collo, colla accanto a con lo, con la).

Ci siamo limitati soltanto a ridurre i non molti casi (19 in tutto), che potrebbero dar luogo a fraintendimenti, di illa, illui, illoro, collui, collei, colloro, collegge, collodo, collagrime, colliberali, a in la, in lui, in loro, con lui, con lei, con loro, con legge, con lodo, con lagrime, con liberali (non parendoci adeguato alla rappresentazione grafica l’uso dell’apostrofo, e g. co’ loro, già adoperato nel caso dell’elisione dell’articolo maschile plurale).


XI. ridotto all’ortografia moderna fin quanto era possibile, e conservando sempre i valori fonetici, le moltissime forme latineggianti quasi costanti nei codd. Valgono le seguenti norme anche per le forme falsamente latineggianti, non numerose salvo il quasi costante tucto:

a) ct > tt (facto, dicto, riducto, ecc., e grafie abusive come tucto, corrocto, precto, licterati, soctile, saectare, ecc.) oppure > t (auctori, auctoritate: in pochi casi i codd. leggono autorità, come pure qualche volta scrive l’A. stesso) pt > tt (apto, accepto, corrupto, Baptista, precepto, voluptà, e legiptimo, ecc.), o iniziale > t (Ptolomeo): cade in sculptori.

b) i prefissi ad, ab, con, ob, in, sub, seguiti da consonante (salvo s+consonante), trascriviamo colla forma assimilata (e. g. adnumerare,