Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/86

Da Wikisource.
80 i libri della famiglia

sarebbe grave esserti interrutto ogni tua onesta trama? Lionardo, che nuovi pensieri sarebbono e’ tuoi?

Lionardo. Che stimi? Di vivere quanto io potessi lieto. E non mi dorrebbe troppo con giusto animo, senza molestia sofferire quello che spesso, come tu dici, sofferano e’ buoni. E non è egli già sì brutta cosa essere povero che io me ne vergognassi, Adovardo. Credi tu che io pensi la povertà in me sì cattiva, sì perfida e inumana, ch’ella non dia qualche luogo alle virtù, che ella non renda qualche premio alle fatiche dell’uomo studioso e modesto? E se tu annoverrai bene, più troverrai virtuosi poveri che ricchi. La vita dell’uomo si contenta di poco. La virtù è troppa di sé stessa contenta. Assai sarà ricco chi viverà contento.

Adovardo. Or ben, Lionardo, non m’essere testé meco così in tutto stoico. Tu potresti ben dire, non però che mai io ti confessi la povertà in ogni e più ne’ padri non essere molto brigosa e misera. Ben son contento stare in quella tua sentenza ch’e’ diligenti padri da’ figliuoli ricevano vere allegrezze, ma questo più mi piacerà se io vederò che tu dia modo di tutte queste cose come con suttilissimi argomenti così ancora per lunga pruova poterne ragionare. E vuolsi, Lionardo, dare modo che tu e gli altri abbiate compagna e figliuoli, pigliate moglie, amplificate la nostra famiglia Alberta, e con questa tua ottima disciplina allevate con diligenza molta gioventù, acciò che nella casa nostra cresca gran numero d’uomini, tali quali testé diceva Lorenzo, famosi e immortali. Né dubito, seguendo que’ tutti tuoi quali hai insegnatomi erudimenti, la casa nostra di dì in dì si farà molto gloriosa e compiuta di prestantissima gioventù.

Lionardo. In questo nostro ragionamento a nulla manco m’è stato l’animo che ad insegnarti essere padre. E qual sì pazzo si pigliasse questa gravezza di rendere in alcuna cosa te più dotto, il qual in ogni singular dottrina sopra agli altri sei perito, e in questa per pruova, e apresso degli antichissimi scrittori quanto hai veduto se’ eruditissimo? Quale stolto cercasse questa ottima quale chiamano educazione de’ liberi