Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/150

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144 profugiorm ab ærumna

in Senato per una orazione quale e’ pronunziò con troppa inezia, deliberò emendarsi, e datosi con assiduità e diligenza agli studi divenne ottimo oratore. E non senza ragione Peto Trasea, presso a Cornelio storico, dicea che tutte le egregie leggi e onesti essempli quali sono infra e’ buoni, nacquero da’ delitti e mancamenti de’ non buoni. Adunque si vuole non solo come dicea ....., presso a Terenzio, dalla vita altrui emendare la sua, ma in prima dal nostro proprio vivere e costumi si vuole di dì in dì prendere argumento e via a miglior stato di mente e d’animo, e succedere emendandoci e godendo in ogni nostro acquisto e accrescimento in virtù e laude.

Dicemmo delle perturbazioni quale in noi insurgono non altronde che da noi stessi. Seguita testé luogo da investigare in che modo rendiamo e’ nostri animi quieti e tranquilli se forse da iniuria e improbità d’altrui fussimo concitati e vessati. Ma prima assolveremo quanto a questa parte bisogna intendere, che non raro crediamo nulla errare ed erriamo, che ne adduciamo in perturbazione e grave molestia col nostro inconsiderato discorso di ragione e imprudenza. E simile spesso ne stimiamo offesi da altri dove siamo d’ogni nostro dispiacere autori e apparecchiatori.

Che credi tu, Niccola, che sia facile a noi mortali schifare e non ricevere a sé invidia quando ella si succenda e infiammisi da tante parti, or dalle cose quali in altrui vediamo e sentiamo, ora da cose quali in noi riconosciamo? Grave, hui! Grave perturbazione l’invidia! Ma quanto ella possi ne’ nostri animi assai ne scrisse el tuo Leonardo tragico, omo integrissimo e tuo amantissimo, Battista, in quel suo Hiensale, quale egli apparecchiò per questo vostro secondo certame coronario, instituzione ottima, utile al nome e dignità della patria, atta ad eccitare preclarissimi ingegni, accommodata a ogni culto di buoni costumi e di virtù. Oh lume de’ tempi nostri! Ornamento della lingua toscana! Quinci fioriva ogni pregio e gloria de’ nostri cittadini. Ma dubito non potrete, Battista, recitare vostre opere; tanto può l’invidia in questa nostra età fra e’ mortali e perversità. Quel che niuno può non lodare e approvare, molti studiano vituperarlo e interpellarlo.